COP11 della Convenzione di Bonn

Si è conclusa da pochissimi giorni l’undicesima  Conferenza delle Parti della Convenzione per le Specie Migratrici (COP 11), tenutasi a Quito in Ecuador, meglio conosciuta come Convenzione di Bonn, in vigore dal 1983, sotto l’egida dell’ONU, che l’Italia ha ratificato con la legge n. 42 del 25.8.1983.

Sono stati raggiunti due risultati particolarmente importanti per la tutela degli uccelli rapaci.

E’ stato deciso infatti che, entro il 2017, tutte le munizioni impiegate per la caccia  dovranno essere realizzate con leghe non tossiche. Quindi finalmente si arriverà al bando definitivo del piombo, che, come ormai ampiamente riconosciuto, comporta conseguenze assai gravi nei confronti dei necrofagi che si nutrono di animali che, feriti dai cacciatori con cartucce di piombo, non vengono poi ricuperati. Livelli assai alti di piombo sono stati trovati, ad esempio, in corpi di aquile reali e di avvoltoi ricuperati sulle Alpi. Effetti anche assai tossici vengono provocati dai pallini di piombo  usati nelle zone umide per la caccia agli acquatici. Senza contare il grave pericolo per le persone che si nutrono di selvaggina.

E’ stato anche deciso di mettere al bando l’uso del Diclofenac, medicinale utilizzato come antinfiammatorio per l’uomo ma impiegato anche in veterinaria per animali allevati per la produzione di carne.

In India l’uso del Diclofenac ha portato sull’orlo dell’estinzione due specie di grifoni. Una volta riconosciuta la causa di questa moria l’India ha messo al bando questo prodotto. Gli avvoltoi muoiono in poche settimane dopo l’ingestione di carne di animali trattati con questo medicinale, per gravissimi danni renali. Un anno fa, malgrado le numerose proteste, la Direzione Generale della sanità (SANCO) dell’Unione Europea rilasciò i permessi per l’uso veterinario di questo prodotto in Italia e in Spagna. Per fortuna la COP 11 ha riconosciuto l’estremo rischio per gli avvoltoi (e probabilmente anche per altre specie), chiedendone la sostituzione con prodotti alternativi, che peraltro esistono.

Bisogna adesso vigilare affinchè i singoli stati, e in particolare l’Italia, recepiscano rapidamente le risoluzioni di Quito.

Va detto che l’approvazione di queste due misure di grande importanza non è stata facile perché gli interessi contrapposti sono molto forti e vi sono stati diversi tentativi di rinviare le decisioni.