Storia di una coppia di lanari

Marco Panella – Mario Cappelli

Il lanario da molti anni sta subendo un progressivo declino sia nell’Italia continentale sia in Sicilia. Il numero totale stimato di coppie riproduttive è passato dalle 170-200 della fine degli anni ’90 alle attuali 60-80.

Esiste una sovrapposizione di cause che possono aver provocato questo tracollo: modifiche dell’habitat, disturbi ai siti riproduttivi e, almeno in Sicilia, probabilmente il saccheggio dei nidi da parte di bracconieri. Le pareti occupate dal lanario sono state sistematicamente e quasi ovunque velocemente occupate da coppie di falchi pellegrini. E’ argomento di dibattito se il pellegrino approfitti della crisi del lanario o se sia, e nel caso in quale misura, il diretto responsabile dell’abbandono dei siti da parte del lanario.

Come contributo a questa discussione si riportano gli eventi occorsi ultimamente in uno dei pochi ed ultimi siti di nidificazione del lanario in Abruzzo.

Il lanario frequentava tale sito da molti anni anche se non vi si riproduceva in modo continuativo. Vi aveva sicuramente nidificato nelle ultime tre stagioni riproduttive dal 2016 al 2018.

Nello scorso inverno l’area è stata occupata da almeno un individuo adulto di lanario che trascorreva sulla parete le ore notturne. Alla fine di febbraio sul sito era insediata in modo apparentemente stabile la coppia di lanario che manifestava evidenti comportamenti nuziali come ad esempio scambi di prede.

Tuttavia durante un successivo sopraluogo in data 20 marzo la parete era occupata da un pellegrino adulto che mostrava il comportamento vocifero ed irrequieto tipico della specie. Nessuna traccia della coppia di lanari.

Ultima foto del lanario, scattata con smartphone appoggiato all’oculare del telescopio

Il 6 aprile sul sito i falchi pellegrini erano due che tuttavia non mostravano comportamenti che indicassero una nidificazione in atto. Da successive osservazioni tra fine aprile e inizio maggio si desume che la parete continui ad essere stabilmente occupata da due pellegrini di cui uno probabilmente giovane. Potrebbe trattarsi di una coppia di nuova formazione.

Gli eventi sopra descritti non possono ovviamente essere dirimenti per la comprensione del ruolo del pellegrino nella scomparsa del lanario né nello specifico caso trattato né tantomeno a livello più generale. Va però evidenziato che nel territorio che circonda il sito tutte le pareti disponibili risultano oggi occupate da pellegrini e in tutta l’Italia centrale la specie ha raggiunto negli ultimi anni una densità vicina alla saturazione. Da un recente articolo emerge ad esempio che nel Lazio negli ultimi tre decenni l’incremento di coppie di pellegrino sia superiore al 600%.

E’ certa quindi una forte ed invasiva presenza di pellegrini giovani ed adulti in cerca di territori in cui insediarsi ed è plausibile che essi possano esercitare una forte pressione sul lanario con comportamenti aggressivi di fronte ai quali il lanario non può che soccombere. Nel sito della coppia di lanari seguita non sono stati riscontrati né quest’anno né in passato disturbi umani importanti o altri elementi che potessero far presagire un abbandono in pieno periodo pre-riproduttivo. Pertanto gli eventi dei quali siamo stati testimoni questa primavera potrebbero essere significativi della potenza dell’impatto decisivo del pellegrino nel determinare il declino della popolazione di lanario.

Bibliografia:

  • Allavena S., Andreotti A., Corsetti L. & Sigismondi A.,(Eds.), 2015 – Il Lanario in Italia: problemi e prospettive – Atti del convegno, Marsico Nuovo, 29/30 novembre 2014. Special issue of Edizioni Belvedere, Latina, Le Scienze, 72 pp.
  • Brunelli M.& Sarrocco S. 2018 – Breeding population of Peregrine Falcon (Falco peregrinus) in Lazio, Central Italy: 1983–2017 – Ornis Hungarica 2018. 26(2): 114–120.
  • Corso A. 2018 – Updated status of European Lanner Falcon, Falco biarmicus feldeggii (Schlegel, 1843) (Aves Falconiformes): a taxon on the verge of extinction , with brief comments on the North African Lanner, F. biarmicus erlangeri (Kleinschimdt, 1901)
  • Biodiversity Journal, 2018, 9 (1): 35–44.