Curiosità ornitologiche: Nibbi bruni piromani!

Il Nibbio bruno (Milvus migrans), specie protetta in Europa, rappresenta uno dei rapaci geograficamente più diffusi nel mondo. Le ragioni della grande diffusione risiedono nella capacità di sfruttare situazioni favorevoli anche a carattere temporaneo, come l’individuazione di una carogna o, come per esempio, quelle che derivano da alcune pratiche agricole.

Non è insolito, infatti, vedere i nibbi cacciare numerosi nelle vicinanze dei trattori che sfalciano i campi o sopra le aree bruciate, approfittando delle prede in fuga dagli incendi. A proposito di questi ultimi, da un po’ di tempo, è stato reso noto in letteratura, che oltre a sfruttare gli incendi questa specie è anche in grado di provocarli volontariamente!

Qualche anno fa, quando l’amico Michele Panuccio mi sottopose un articolo sull’argomento (Bonta et al. 2017 [1]) non ci volevo credere: In Australia, i Nibbi bruni, specie che seguo con grande passione dalla fine degli anni ’80, propagano gli incendi! Allora presi con molto scetticismo l’articolo. Tuttavia mi dovetti ricredere, le cose stavano proprio così e non solo i nibbi bruni, ma in quel continente altre due specie di rapaci attuavano questa pratica: un altro accipitride, il Whistling Kites (Haliastur sphenurus), e un falconide, il Brown falcoon (Falco berigora).
Leggende aborigene già indicavano la diffusione intenzionale del fuoco da parte delle tre specie di rapaci nelle savane tropicali australiane. Gli osservatori riferiscono di tentativi, spesso riusciti, sia attuati individualmente che in cooperazione, di diffondere incendi attraverso il trasporto, ripetuto o occasionale, di tizzoni tra gli artigli o nel becco, tanto da meritare per questi rapaci l’appellativo di “Fire Kites” o “Firehawks”.

Questo comportamento, spesso rappresentato in cerimonie sacre aborigene, è ampiamente noto alle popolazioni locali dei Territori del nord, in quelli occidentali dell’Australia, e nel Queensland. Infatti i ranger aborigeni e gli altri operatori che si occupano degli incendi boschivi devono tenere conto dei rischi della propagazione degli incendi controllati da parte dei rapaci che sono in grado quindi di superare le fasce tagliafuoco. Di fatto secondo gli autori dell’articolo, lo scetticismo ufficiale sulla realtà della diffusione del fuoco aviario ostacola una pianificazione più efficace per il controllo degli incendi, per il ripristino del paesaggio e più in generale nella gestione dell’ecologia del fuoco. Sembra irreale ai nostri occhi che tali specie, possano adottare un comportamento di questo genere per avvantaggiarsene dal punto di vista trofico.

Questo curioso fenomeno è stato documentato anche dalla BBC che ha inserito le riprese in una famosa serie documentaristica “Earth’s Magical Kingdom” (Black Kites Hunt With Fire), ma la cosa è riportata anche in altri video o testi sul web come ad esempio quello di New Scientist, del Country Fire Service australiano, del National Geographic, ecc…
Altri bei filmati che collegano il Nibbio bruno agli incendi si possono osservare nella serie “Fire and Feathers” commentata dal noto David Attenborough.
La capacità di apprendere e trasmettere comportamenti vantaggiosi particolari in altre specie di uccelli è conosciuta da tempo… In un lontano passato da studente, avevo letto in Eibl-Eibesfeldt (1980[2]) del caso delle cinciarelle (Cyanistes caeruleus) e Cinciallegre (Parus major) che in un paesino inglese avevano imparato a bucare o aprire la stagnola che faceva da tappo alle bottiglie del latte per cibarsi della panna, abitudine iniziata negli anni ’20 e poi rapidamente diffusa (“tramandata per tradizione” secondo Fisher & Hinde 1949) in tutta l’Inghilterra e in altri paesi.
Chissà che in un tempo imprecisato sia accaduto lo stesso in Australia con i nibbi?


NOTE:

[1] Bonta M., Gosford M.R., Eussen D., Ferguson N., Loveless E. and Witwer M. 2017. Intentional fire-spreading by “Firehawk” Raptors in Northern Australia. Journal of Ethnobiology 37(4): 700–718.

[2] Eibl-Eibelsfeldt I.,1980. I Fondamenti dell’etologia. Adelphi, Milano.