Gufo reale abbattuto da un bracconiere

«La cosa peggiore che mi capita mentre studio i gabbiani dell’Adige, magari mentre li sto contando, è che qualcuno arrivi e batta le mani facendo alzare lo stormo», diceva il maggior studioso degli uccelli veronesi, lo scomparso dottor Paolo De Franceschi. A Maurizio Sighele e Corrado Zanini, fra i più attivi ricercatori scientifici di Verona Birdwatching, succede di peggio: ai grandi gufi reali – che stanno studiando in Lessinia e in Valpolicella – sparano.
È accaduto nei boschi di Negrar, dove è stato trovato un gufo reale abbattuto a fucilate da qualche bracconiere. Ora si trova ricoverato a Castel D’Azzano, in cura dall’associazione Verdeblù di Fabrizio Croci, incaricata dalla Provincia di soccorrere gli uccelli «incidentati». I pallettoni non gli hanno leso organi vitali e il grande strigide (ha un’apertura alare di 1,6 metri, pesa 2 chili e ha un piumaggio bruno marezzato di chiazze nerastra) sta riprendendosi, mentre l’assessorato provinciale alla fauna già progetta una giornata con le scuole per liberare gli animali curati e guariti. Sono molti, però, quelli che non riescono a reinserirsi nel territorio, puntualmente ritrovati dalle stesse guardie che li avevano già raccolti, a riprova della delicatezza del loro equilibrio.
Scambiare un gufo reale con un altro uccello cacciabile è impossibile, con quei grandi occhi frontali arancioni, i dischi facciali di piume e i ciuffi ritti ai lati della testa. Probabile invece l’illegittimo desiderio di guarnire il proprio camino con un raro uccello imbalsamato la cui spoglia, sul mercato clandestino, vale migliaia di euro. Stavolta il bracconiere di turno l’ha colpito, ma non è poi riuscito a trovare l’uccello.
«Questa specie ritenuta vulnerabile a livello comunitario è abbastanza rara nelle nostre zone e figura nelle direttive Cee per la tutela della fauna di pregio», dicono Sighele e Zanini. «La studiamo nelle aree collinari e montane dal 2009. È il più grande rapace notturno europeo, difficile da localizzare date le abitudini notturne, ma ne abbiamo scoperte, per la prima volta, tre coppie che hanno nidificato in Lessinia. Sul Baldo ed in val d’Adige se ne conoscono pochi altri esemplari». Per l’alto interesse scientifico, le straordinarie caratteristiche etologiche (volo silenziosissimo e capacità di girare il capo di 230 gradi) il gufo reale è al centro degli studi di Verona Birdwatching, che ha completato anche quest’anno l’inventario ornitologico della Lessinia (pubblicato dal Parco): ben 153 specie di uccelli.
«Dall’assessorato ci aspettiamo una pronuncia di condanna non formale», dicono gli esperti. «In Lombardia e in Toscana hanno abbattuto di frodo rarissime cicogne nere e aquile minori e qui da noi è la volta del gufo reale. È il rapace più soggetto all’impatto contro i cavi dell’alta tensione durante il volo notturno, ma è ancora più soggetto all’«impatto» con i bracconieri»
Bartolo Fracaroli

Fonte:http://www.larena.it/stories/dalla_home/310513_gufo_reale_abbattuto_da_un_bracconiere/